Non mi lasciare senza parole

Una sera a teatro, da attrice, non spettatrice. Cammino all’indietro dimenticandomi dei passi, su una musica triste e soave, parole che su quel ritmo lento mi scavano, gocciolandomi dentro una ad una, come le perle di pioggia di cui parla il testo. Che è francese, e sì il francese un po’ l’ho studiato a scuola. Ma qui non c’è bisogno di sapere la lingua, arriva tutto molto chiaro. Merito di quegli accordi, che fanno da balsamo, mi sciolgono aprendomi una breccia nel petto.

E poi proviamo pure a togliere la musica: ciò che resta è semplicemente una poesia, sublime di malinconia e speranza; un testo che non sfigurerebbe in nessuna antologia di poeti nazionali. Che parla di un amore che può tornare, saprebbe farlo, se solo si riuscisse a perdonare. A perdonarsi di tutto il tempo perso a complicarlo, renderlo saturo di perchè. Un testo dove gli innamorati sono re e regina e l’amore l’unica legge a cui inchinarsi. La breccia diventa un solco.

L’autore Jacques Brel, di origine belga, cantante e compositore assai famoso in Francia dove visse la maggior parte della sua vita, fu anche attore e registra teatrale. Le sue canzoni sono state interpretate da numerosi altri cantanti tra cui Frank Sinatra, Edith Piaf, Nina Simone o tra gli italiani Giorgio Gaber e Gino Paoli. Un amore più evocativo di ogni cosa, più totale di qualunque abbandono, un poeta di eccezionale espressività.

Oggi mezzo secolo dopo, tanto struggimento è dovuto anche alla sensazione che parte della forza di quell’amore cantato si sia persa per strada. Oggi chi crederebbe ancora con quello stesso trasporto alla possibilità di vedere un fuoco spento riaccendersi senza classificarlo una minestra riscaldata; chi riuscirebbe ancora a identificare il più misterioso dei sentimenti con un regno piuttosto che con un rifugio, nel senso negativo del termine? Chi ancora osa sperare e scrivere di un uomo che sa farsi ombra della propria amata invece che muro, o ostacolo o chissà cos’altro?

Scommetto che siamo ancora in tanti a provarci. Almeno tutti quelli che ascoltando la canzone si commuoveranno. Qui riporto solo il testo originale in francese. Vi lascio il gusto di cercarla, di scoprirla. In alcune versioni la stessa emozionante interpretazione di Jacques Brel da sola sembra garantire per quel sentimento. Forse non abbiamo imparato a non lasciarci, ma almeno non ci lasciamo senza parole.

114H

NE ME QUITTE PAS

Ne me quitte pas
Il faut oublier
Tout peut s’oublier
Qui s’enfuit déjà
Oublier le temps
Des malentendus
Et le temps perdu
A savoir comment
Oublier ces heures
Qui tuaient parfois
A coups de pourquoi
Le coeur du bonheur
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Moi je t’offrirai
Des perles de pluie
Venues de pays
Où il ne pleut pas
Je creuserai la terre
Jusqùaprès ma mort
Pour couvrir ton corps
D’or et de lumière
Je ferai un domaine
Où l’amour sera roi
Où l’amour sera loi
Où tu seras reine
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Je t’inventerai
Des mots insensés
Que tu comprendras
Je te parlerai
De ces amants-là
Qui ont vue deux fois
Leurs coeurs s’embraser
Je te raconterai
L’histoire de ce roi
Mort de n’avoir pas
Pu te rencontrer
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
On a vu souvent
Rejaillir le feu
De l’ancien volcan
Qùon croyait trop vieux
Il est paraît-il
Des terres brûlées
Donnant plus de blé
Qùun meilleur avril
Et quand vient le soir
Pour qùun ciel flamboie
Le rouge et le noir
Ne s’épousent-ils pas?
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Je ne vais plus pleurer
Je ne vais plus parler
Je me cacherai là
A te regarder
Danser et sourire
Et à t’écouter
Chanter et puis rire
Laisse-moi devenir
L’ombre de ton ombre
L’ombre de ta main
L’ombre de ton chien
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas
Ne me quitte pas

(Jacques Brel – “Ne me quitte pas” dall’album “La valse à mille temps”)

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8 Comments

  1. rita

    Quando Jacques Brel cantava questa canzone ero una ragazzina innamorata dell’amore e pensavo che nessuna avrebbe potuto lasciare uno che diceva quelle parole. Poi ho provato la disperazione di lasciare qualcuno che mi amava così…ma io non lo amavo più. E’ terribile non corrispondere più a un grande amore, ma succede.
    I sensi di colpa non aiutano, anzi, creano aggressività a autoaggressività. E’ difficile, sempre.

    • Cara Rita, allora non sono l’unica a fantasticare infinitamente sulle note e parole delle canzoni? Grazie per questa condivisione e mi sento di dirti grazie anche per aver creduto fino in fondo in quell’amore, nonostante tutto. Credo che ci sia molta più dignità nel dire basta ad una situazione trascinata che nel fare finta di nulla per quieto vivere. Anche questa in fondo è una forma d’amore. Un abbraccio grande!

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