Quel caro ermo colle

Uno dei piccoli grandi doni della rete. Un amico più virtuale che reale, nel senso che ad oggi non ci siamo ancora incontrati ma ci sosteniamo con lo spirito, ci leggiamo, ci apprezziamo direi.

Attraverso il mio post lo ringrazio e ci tengo a riportare la sua testimonianza. Devis Bellucci, emiliano, fisico e ricercatore di professione ma anche scrittore, redattore ed instancabile viaggiatore, per passione e volontariato. Racconta, con le sue parole, quanto di più speciale vi sia nei suoi incontri. Questa è la volta di Nino, agricoltore ed insegnante in pensione che a pochi metri da casa sua, a San Mamante, sulle colline di Faenza, ha creato la Strada della Poesia. Nella zona, in provincia di Ravenna, già sorgevano strade come quella del Sangiovese o la via del sale, beni altrettanto sacrosanti.

Questo luogo rappresenta in un certo senso la realizzazione di quell’ermo colle che tutti noi eterni malinconici sognatori abbiamo sempre cercato, ricreato negli scorci di fuga dalle città, ritagliato in un orizzonte lontano.

Il signor Nino, 82 anni, è una sorta di moderno Elzéard Bouffier, il protagonista del racconto di Jean Giono, che puntualmente Devis cita nel suo articolo, uscito sulla sezione Traveller di Vanity Fair del primo numero di novembre (http://www.vanityfair.it/viaggi-traveller/viaggi-mondo/reportage/14/11/03/san-mamante-poeta-poesia-faenza-senza-fretta#gallery=22106-9).

Un poeta del vivere, protegge la sua terra con lacrime e sudore, la sente e soffre per il cambiamento dei ritmi e cicli naturali che gli tocca di osservare sempre più spesso. Lui gli alberi li anima, rivestendoli con piccoli cartelli su cui sono scritte le sue stesse poesie, inizialmente anche contro l’ostilità locale e la grettezza di chi non sa cogliere il quotidiano miracolo della natura.

Alla fine, come l’uomo che piantava gli alberi, però vince, riesce a farsi ascoltare, a portare le autorità e la gente comune dalla sua parte, la Strada della Poesia si popola un po’ di più giorno per giorno, e un altro sentiero poco lontanto da questo, da militare viene da lui trasformato in Sentiero dell’Amore. C’è anche un’ Oasi del Silenzio, dove Nino per primo si rifugia a cercare nuova ispirazione ai suoi componimenti.

Non poteva mancare un luogo del genere nella nostra splendida Italia, terra di alcuni poeti di ineguagliata bravura. L’ho detto in un precedente post e ci credo fermamente: madre natura ed ispirazione poetica non possono che andare a braccetto, la prima accendendo la seconda, la seconda celebrando la prima. Almeno per me, e per chi come me, sente forte questo richiamo.

Complimenti ed auguri a Nino, ci vedremo presto su uno di quei sentieri. Nello stridore contemporaneo, un progetto come questo mi sembra più moderno che mai: prima che di qualunque altra cosa dobbiamo tornare ad occuparci di anima e spirito. E di terra, come ben rappresentato in questa poesia di Nino, riportata nello stesso articolo di Devis e appesa ad uno di quegli alberi.

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Nel rosso calar della sera,

i grilli battono la serenata alla luna.

In fila gli olmi si stagliano in cima al colle,

salutano la mia giornata di lavoro.

Li sento vicini,

vivono nella mia terra,

vivono nel mio sole,

sentono il mio vento,

godiamo del piacere di vivere.

In silenzio mi accompagnano nel mio andare.

Non sono solo, non siamo soli.

Nino da Oriolo

 

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