DI PROFILO
Che tornerai non lo sento
né in te né in me
lo sento e lo so nei ripostigli
nella gamba del tavolo zoppo
che aspetta la sua fine
lo sento nella primavera sfacciata
proprio mentre le mancano
due spanne di luce
e non potrebbe farsi senza
come me che senza mi faccio
almeno una scalata al giorno
aspetto e un po’ più mi piaccio
e davvero non lo temo quel ritorno
conosco solamente i tracciati
tutte le note sparpagliate sul foglio
l’orecchio che tarda a sentire
l’accordo che si gioca il suo posto
non per questo la musica
potrebbe tradire
e gli avverbi mancare
non chiedo per una volta silenzio
ma più forte ti confesso
che vorrei soddisfarmi di rumore
allora io saprei dirtelo
a noi così pieni di significati
di personaggi inventati
la scenografia preparata
nel mondo qualcuno è più bravo
a sopravviversi
ma io so del tuo ritorno
per via di quel corpo lasciato
a metà su un altro
l’attimo appoggiato sull’attimo
che non può farsi racconto
un profilo indovinato
rivolto a me che in quella foto
ti ricordo di fronte.
è piaciuta molto anche a me e un pezzettino me lo porto via volentieri…questo qui in particolare “nel mondo qualcuno è più bravo a sopravviversi”…..buona scrittura Vale 😉
Ciao Veronica, devo confessarti che quel verso è probabilmente anche il mio preferito! Grazie per la lettura e la condivisione. Spero di ritrovarti qui! Un abbraccio
Molto, molto bella. e come sempre tu chiudi le poesie con parole che rimangono più dell’intera poesia stessa. ce le si può portare via e spenderle altrove. Un profilo indovinato rivolto a me, che in quella foto ti ricordo di fronte.
Grazie caro Cris, contenta che ti piaccia. E che qualcuno se la porti via, magari nel cuore… Un bacio