GIOCO DI VINO
Di tutti i viandanti e musici
esperti di spade e bastoni
destinati al coraggio
che sedevano alla tavola stretta del tempo
io mi son vista in un racconto lineare
come le nervature piene nel liquido
perchè tu non bevevi
lasciando mancare un pezzo a noi
dilettanti e già sicuri nel convivio
dove non riuscivo a raccogliere la storia
delle tue labbra
in movimenti immaginati incantevoli
con cui tenere dentro tutte le tue parole
come bevute
ci avvicinavamo a noi senza i colori pieni
con il rosato e il fumè
la mandibola serrata e forte sul bordo
con una povera dinastia nel racconto
e una sete novella delle nostre movenze
per lasciarci dopo aver tentato
infinite volte un denso discorso
raziocinio becero lui unico ubriaco
di parole inutili al sentimento e al sorso
al congedo anche lo scudo faceva il suo
rotolando in disdetta
all’arte amorosa arrossita di assaggi e timidezza
non serve maestria eroica
ai baci di noi due resta la coppa
ed è una gioia stupita di se stessa
per quanto tutto il nostro può starle dentro
in un gioco convesso di sapori
nel sussulto che ti regalo e non t’aspetti
con la mano tenuta sul bicchiere
per circondarlo e agitarlo il liquido
una volta perso nella tonalità di frutta matura
guardandoci a mezza verità
scopriamo sazi di noi che in lui
in quel mondo
è già tutto superfluo.
(Valentina Perucca – Inedito)
C’è poco da fare: sono sempre più convinta che le tue poesie non si gustano alla prima lettura ad alta voce. Appena si bagna la punta della lingua e poi un irrefrenabile desiderio di leggere e di rileggere. E di provare a capire. In quella particolare accezione del verbo capire, che non vuol dire niente in poesia. Quando la poesia vale la pena di essere letta e riletta ogni volta è nuova. E mi dico che non ho capito niente, ma devo subito rileggere….per trovare il senso profondo che risuona in me. E tante altre volte risuonerà: sempre nuova e sempre uguale.
Cara Rita, succede anche a me, perciò lo capisco molto bene. La poesia procede per immagini che talvolta sono più inconsce che consapevoli. E, per quanto mi riguarda, è un aspetto positivo, perchè mi porta a perdermi e riperdermi più volte nella lettura e nel processo di creazione. Per ritrovarmi in definitiva e rivivere certe sensazioni che l’hanno generata. Non è poesia semplice, immediata ed è il genere che preferisco! Un abbraccio e alla prossima!