L’amore si spezza ma non si spiega.

Il fatto di conoscerla sabato 21 marzo, la giornata mondiale della poesia, alla libreria dove presenta il suo libro, mi sembra da subito un ottimo auspicio. Non tutte le poesie escono in versi, cuore non fa sempre rima con amore, la fine di una relazione a volte sa essere più creativa di tutto il suo struggente viversi. E lei, trentasei anni, e già ben due titoli che spaccano al suo attivo, ce lo dimostra ampiamente.

Enrica Tesio, torinese doc, prima ci ha rapite, affascinate ed interrogate, ci ha fatto ridere di gusto e commosse all’improvviso attraverso le pagine del suo blog Ti asmo. Prima o poi l’amore arriva. E t’incula (https://tiasmo.wordpress.com). Che fino a qui pare un successo senza precedenti. Poi, non paga, ha raccontato e trasposto la sua esperienza amorosa in un libro, edito per la Mondadori, La verità, vi spiego, sull’amore, fresco di uscita e, neanche a dirlo, un trionfo annunciato.

Con quel titolo luciferino Enrica ci lascia sedotte ed abbandonate: insieme le sue due fatiche danno un bel colpo di grazia ad alcune delle poche certezze sul sentimento in questione, forse rimaste a certi post-romantici che si aggirano nei corridoi del cuore, interrogandolo a ripetizione.

L’autrice però riesce subito a farsi perdonare: è minuta e luminosa, con occhi che sorridono continuamente e quasi più del suo sorriso. Mi sembra di conoscerla, anche perchè, in verità, compare in alcune delle divertentissime raffigurazioni a corredo dei suoi post; soprattutto è un autentico spasso sentir raccontare direttamente da lei le vicissitudini della sua vita e dell’approdo a questa pubblicazione. Mentre la ascolto mi convinco che funzioneremmo come amiche. Anche se non molte carte sembrano giocare a nostro favore.

Nel libro, la protagonista Dora, alter ego di Enrica, è una donna single, lasciata dal compagno poco dopo la nascita del loro secondo figlio che si destreggia in una rincorsa continua tra gli impegni, sul filo del rasoio degli incastri come delle ansie e dei dubbi, nel tentativo di restare all’altezza della sua più importante promessa, quella di essere una buona madre, senza soccombere. A sua volta ha un padre che le ha insegnato l’importanza e la bellezza dei libri e una madre che riesco persino a percepire come normale benchè Dora la dipinga come la creatura più assurda del pianeta. D’altra parte “dove passa non ricresce più il parquet”. Che è un’immagine che calzerebbe a pennello anche per la mia di madre pur, e non so perchè, intuendo per motivazioni opposte. E’ comunque una delle espressioni per cui ho riso di più, nella mia lettura senza riserve. Anch’io ammaliata da quel titolo seducente.

Nel libro compare e ricompare anche l’ex naturalmente, una figura ingombrante solo per i dubbi che aggiunge alla turbolenta ed appassionata ragazza. Per il resto la sua persona appare via via sempre meno impegnativa e il rapporto con lui sempre meno conflittuale. Si sa, il principe azzurro non esiste o i colori del suo mantello non sono poi così sgargianti. E’ un bel ragazzone che sulle prime appare rassicurante, ma nell’arco di neanche troppi giri di giostra si va ad aggiungere alle ben nutrite fila di quegli uomini che soffrono il disturbo dell’attenzione emotiva. Tanto cari alla nostra epoca, un po’ meno a noi donne.

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Però Enrica-Dora è una vera equilibrista, un’artista del volerci credere a tutti i costi e fino a prova contraria e, sempre noi donne, la ammiriamo segretamente per questo: la sua ricetta di giro di giostra contempla due figli, due gatti, un mutuo, un lavoro a tempo pieno. Il tutto condito da alcune imprescindibili aggiunte quali l’amica del cuore, il di lei amante-fidanzato che presto diverrà anche il tato dei suoi figli, un giovane e misterioso dirimpettaio dal nome epico. Se sfumate a fuoco lento con un bel po’ di atmosfera agrodolce e abbondante ironia ed auto-ironia, ecco a voi La verità, vi spiego, sull’amore. Servito caldo, si raccomanda, perchè la vendetta non è più di moda, all’incirca come la verità, soprattutto se d’amore si parla. E con l’amore ci si ferisce in quell’armeggiare alla ricerca del perfetto equilibrio tra sapori.

In queste pagine, così come in quelle del blog, infatti non si respira risentimento: la rabbia, quando fa la sua comparsa, è contingente e non si legittima con i fatti accaduti. Il caos con cui Enrica-Dora travolge è sempre amorevole, un angolo al calduccio nella bufera. E’ allora mi viene da pensare che sia davvero un’ottima madre, che compia fino in fondo con il suo compito più difficile. Lei che protegge la famiglia che è stata come quella che rimane, che sa ammirare l’ex compagno, che pure è un buon padre, nel disagio e nella sofferenza. Piange senza mai piagnucolare, è incasinata con dignità e si ricorda anche della voglia di trasgredire, del suo lato femminile, di quello sensuale. Se ha dimenticato la scarpa con il tacco è solo perchè nel suo disordine cronico, non sa più dove l’ha messa, e non perchè non vorrebbe tornare a calcarla di tanto in tanto. Regge bene il confronto con carrellate di altre madri al limite dell’improbabile di cui ci regala descrizioni esilaranti. E fa tutto questo ed anche altro senza mai far mancare ai suoi figli l’affetto e il ristoro.

E io, che a questo punto del mio post sono ormai diventata una quasi amica, sospetto che Enrica sia autenticamente così, nella sua vita reale, di tutti i giorni, che è certamente quella del blog e forse un po’ meno quella del libro e dove se rimaniamo in tema, un’espressione come Ti asmo è ormai decisamente più verosimile di una qualunque possibile verità abbozzata sull’amore.

Che infatti come immaginerete non arriva, o forse solo non si riconosce. L’amore non si spiega ma si spezza. E ti spezza. Usando le parole dell’autrice in uno dei suoi post, è un lavoraccio sporco ma qualcuno lo deve fare.

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La ricetta invece funziona alla perfezione: La verità, vi spiego, sull’amore si rivela un piatto da inserire nella propria dieta, tanto si fa leggere d’un fiato: è leggero ma ti sazia. A me ha arricchito di solide incertezze, mi ha fatto ridere come non capitava da tempo con un libro, avendo io con la lettura un atteggiamento piuttosto ombroso. Enrica Tesio ha fascino e carattere da vendere, una moderna amazzone della narrativa: al suo arco innanzitutto la capacità di reagire ad un dolore certamente significativo con l’arma dello scrivere e poi farlo in un modo travolgente, ricchissimo di giochi di parole e di immagini ed invenzioni deliziose. Non solo, questo libro vincerà sempre su tanti altri che quelle risposte, ahimè, tentano seriamente di darle, e si convincono di averlo fatto. Come sul saper vivere, sul sapersi comportare, su cosa sia un limite e come sia assolutamente necessario superarlo.

Io mi chiedo piuttosto come si faccia a parlare di limiti a certe donne. E’ un vocabolo che alcune nemmeno annoverano tra i conosciuti. Loro, come Dora ed Enrica, capaci di scrivere una lettera all’uomo che verrà, con la certezza che quell’uomo non esiste e se esiste tanto non la leggerà.

 

Uomo che verrai,

vorrei dirti di prendertela comoda. Di fare tutto quello che c’è da fare e da disfare. Sposa una brava ragazza, compra un cane, regalalo a un amico con la cascina perchè la brava ragazza che ti sei sposato non lo sopporta più. Facci dei figli. Metti in discussione la ragazza che ti sei sposato perché è cambiata. Non è più brava ora, è solo noiosa. Anche tu sei cambiato, ma in una maniera del tutto diversa. Non farci più l’amore, facci la guerra e il dopoguerra. Raccontati che stai con lei per il bene dei figli. Metti su pancetta, iscriviti in palestra, vacci due volte. Lavora tantissimo, disperatamente, per i motivi sbagliati, come un criceto sulla ruota. Perdi i capelli, ma guadagnaci in fascino. Coccolati l’ego con qualche cattiva ragazza. Ritorna a casa con la sabbia nel cervello e il senso di colpa nel cuore. Continua a crescere i tuoi figli, giorno dopo giorno, meglio che puoi, fai la guerra e il dopoguerra anche con loro. Divorzia. Sentiti solo. Rimpiangi la tua vecchia casa e il costante rumor bianco di bimbi e tv. Domandati chi sei e finalmente datti delle risposte. Capisci che hai passato la vita a credere di meritare di più di ciò che avevi. E invece hai avuto abbastanza (non tutto eh, non mi hai ancora incontrata). Vieni a patti con te stesso, con le tue imperfezioni, con la vita che non è mai bianca o nera. lo capisci solo ora che sei un po’ più grigio tu. Finalmente cresci.
E siediti accanto a me, sulla panchina dove ti sto aspettando da sempre, davanti al più spettacolare dei cantieri.

 

(Tratto da La verità, vi spiego, sull’amore – Enrica Tesio)

 

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Enrica Tesio – LA VERITA’, VI SPIEGO, SULL’AMORE

 

 

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