Il re dei mesi

Anche quest’anno, arrivo impreparata a giugno.

 

IL RE DEI MESI

Mi riconosco un po’ affezionata e un po’ abbracciata
ai giochi di parole begli argini nello strabordio
seppur più banalmente sei una fotografia
sul mio taglio d’orizzonte
e banalmente
intendo in forma non sostanza
ti parlo di giugno…. Come si parla di una stagione…
eppure mi pari una condizione dell’anima
per tutte le spighe mie vene
che tremano come un pittore impazzito
tentando il tuo colore,
di un poeta non voglio neppure dire
dice lui…
Infine mi restano le stradine di sole discreto
per concedermi un respiro
per farmi riassestare i polmoni
nei loro alvei come branchie nel mare
quanto sarebbe più semplice dirti come sei

sì che sei l’estate tutta insieme
in meno di una spiga
il tappeto solenne e silenzioso
di noi sdraiati amanti
sei l’attimo prima del ceduto controllo dei sensi
e l’attimo dopo il frugare di domande
la quiete matura
raggranellio laborioso delle stagioni
ti guardo sopraffatta di pena giugno
per le solitudini che consoli tu
enigma di solitudine
vorresti dirmi in una lacrima di grano
come in fondo le stagioni non patiscono l’avvicendarsi

ma il mio vivere non mediato ti fa da eco
siamo più perduti che soli anche noi in fondo.

 

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